I pellegrini, appena usciti dalle porte di Pistoia fiancheggiando il torrente Brana, e prima di risalire il crinale, trovavano la sorgente per il loro rifornimento d’acqua: “lo Specchio”. Tra antiche mura, ancora è là, fiera e generosa, seppure abbandonata e anche declassata.
Là si incontravano i ragazzi che le madri dell’adiacente, soprastante e nuovo quartiere, mandavano per prendere il dono della sorgente. Là incontravo Nedo, compagno di giochi, poi di lavoro, e delle lotte sindacali, che ampie sviluppavano i macchinisti delle ferrovie, di cui facevamo parte, nel deposito locomotive di Firenze e Pistoia.
Il fatal caso ha voluto disporre, in una delle mie consuete discese alla natia città, l’incontro inatteso con Nedo, sulla principale camminata del centro: "il Globo”. Cadendo il discorso sulla precedente raccolta di versi “Romiti”, di cui gli avevo fatto dono, venni a sapere che anch’egli si dilettava in rime, che tante poesie erano andate perse, ma che tante altre ne aveva prodotto.
In un istante non potevo che proporre a lui di publicare insieme una nuova raccolta di poesie.
Così saldando amicizia e reciproca stima abbiamo prodotto “allo Specchio” che ci riporta dritti dritti alla nostra giovinezza. Ritroviamo anche qui la sorgente, da cui spilla l’acqua vitale, la grazia della danza in cui i corpi, nel respiro della fantasia esprimono il proprio desiderio.
Piante che ci donano la bellezza della forma e dei succhi del creato del grande parco di Corte Libanti.
Vigne del “Romitorio”, sulle splendide colline di Quinzano che dialogano con il “baccano” e con il granturco.
Argo e Monna, i due cani abruzzesi/maremmani, sentinelle di boschi e vigneti che si raccontano le loro storie.
Il fatto però che più mi ha sorpreso è stato l’incontro poetico con Nedo. Man mano che leggevo i suoi versi che Nicola mi proponeva, nel suo lavoro di selezione fra la marea dei suoi scritti, ho provato forti emozioni. Stupore per le analogie compositive, i colori dati ai sentimenti, ricordi, nostalgie. Forte assonanza nell’uso, accostamento, poliedricità di significato dato alle parole e al ritmo sentimentale a loro affidate e in loro affinate.
Chissà se anche i lettori di questa raccolta che respira in tandem proveranno le stesse emozioni.